Corte di Appello do Torino si accusa ingiustamente un cancelliere per mancata esecuzione

Tratto dal corriere della sera
TORINO - Si comincia alle 8.30. Si finisce alle 14.30. Trentasei ore settimanali suddivise in sei giorni. Sette persone in tutto. Scala C. Settimo piano del Palazzo di giustizia. Eccolo «l’ufficio sentenze arretrate» della Corte d’Appello di Torino, dove ogni giorno il personale amministrativo analizza i fascicoli da inviare all’ufficio esecuzioni della Procura perché proceda con gli ordini di carcerazione. E quindi con l’arresto dei colpevoli. Quattro stanze stracolme di faldoni sistemati in ogni dove: sulle scrivanie, sugli scaffali, sulle sedie e persino per terra a creare pile in bilico. «Fossero solo questi, non avete visto il piano di sotto e il seminterrato», chiosa Daniela Olivetti, la responsabile. Sono diecimila le sentenze definitive, tutte precedenti alla metà del 2017, che devono essere ancora eseguite. In quelle carte ci sono i nomi degli imputati. Alcuni di loro sono stati assolti, altri invece sono stati condannati e devono finire in carcere. Persone, quest’ultime, che in realtà sono ancora in libertà. Proprio come lo era Said Mechaquat, l’uomo che ha ucciso Stefano Leo. E i numeri dei colpevoli non sono indifferenti. Sono almeno mille i potenziali detenuti in attesa di scontare la pena. Un numero approssimativo e in difetto, visto che i procedimenti possono coinvolgere anche più persone.

La verità è che manca personale, sono stati presi personale da altre amministrazioni totalmente incompatibili per qualifica studi con il lavoro da Cancelliere che non è facile.Sfidiamo un politico
laureato a svolgere il nostro lavoro, e veniamo anche accusati 
un Magistrato ha uno stipendio netto che oscilla dai 4000 agli 8000 euro netti al mese 
un cancelliere 1400 euro al mese e spesso è laureato in giurisprudenza con titolo di avvocato e deve come il funzionario dirigere un'ufficio con gente che non sa che differenza c'è fra una Procura e una Corte di Appello e non stiamo scherzando

è giunto il momento di dire Basta vogliamo dignità 
Vogliamo colleghi preparati
Vada bene la mobilità ma come obbligo pari requisito di scuole di ingresso.


Confsal Unsa, 'no allo scaricabarile' (ANSA) - TORINO, 6 APR - "Le affermazioni del presidente della Corte d'Appello di Torino sono particolarmente gravi. Non si puo' mettere sulla graticola il personale degli uffici giudiziari, condannandone a priori l'operato. Sulle responsabilita' va fatta chiarezza, ma devo sottolineare come la cancelleria si limiti a rispettare ed eseguire le priorita' stabilite dall'alto. E di fronte allo scaricabarile, non possiamo tacere". Massimo Battaglia, segretario generale di Confsal UNSA, prima sigla sindacale del dipartimento della Giustizia, interviene cosi' sulle polemiche per la mancata carcerazione di Said Mechaquat, il 27enne che domenica scorsa si e' costituito confessando l'omicidio di Stefano Leo. "Su una cosa siamo tutti d'accordo - prosegue il segretario generale di Confsal UNSA - nei palazzi di giustizia manca il personale e l'ho ribadito anche al ministro Bonafede nei giorni scorsi, ricordandogli come nel dipartimento della giustizia non si facessero assunzioni da oltre 20 anni. Per il resto, ho l'obbligo di respingere ogni accusa: il personale giudiziario non decide proprio nulla e, per questa ragione, nelle scorse ore ho scritto al capo del dipartimento della Giustizia chiedendogli di fare chiarezza, se necessario anche attraverso l'intervento del Csm. Occorre che la politica affronti il problema in modo risolutivo. Altrimenti gli scaricabarile saranno all'ordine del giorno".(ANSA). COM-GTT 06-APR-19 18:44

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