Tribunale Pisa
UNA situazione ormai fuori controllo. E’ quella relativa all’accorpamento della sede distaccata del Tribunale di Pontedera con Pisa. Una fusione solo di nome, scattata dal 14 settembre, ma ingestibile nei fatti visto che gli impiegati arrivati a Pisa sono senza scrivania o costretti a dividere tavolinetti di fortuna con altri colleghi, stipati negli uffici come sardine e soprattutto senza pratiche con cui lavorare. Già perché i circa 5mila fascicoli che avrebbero dovuto essere trasferiti da Pontedera sono ancora quasi tutti là: e quei pochi arrivati sono stati caricati dai dipendenti stessi sulle proprie auto e portati a Pisa. Dopo proteste, appelli, riunioni, prese di posizione — è di pochi giorni fa la denuncia del presidente dell’ordine degli avvocati, Rosa Capria —, prendono la parola i dipendenti della sezione civile del Tribunale di Pisa che chiedono l’intervento del prefetto Francesco Tagliente.
«LE condizioni di lavoro — scrivono — sono andate oltre le peggiori aspettative prima di tutto per il carico di lavoro doppio rispetto a quello già esistente in sede centrale» anche perché, al momento della soppressione, poco più della metà dei dipendenti di Pontedera ha chiesto di essere trasferito ad altra sede (ad. es. a Firenze o ai giudici di pace di Pontedera). Pesano dunque le condizioni di lavoro e i problemi enormi e irrisolti di logistica e dotazioni strumentali: «L’esiguo numero di dipendenti provenienti dall’ufficio soppresso, oltre a cambiare sede di lavoro, con i risvolti psicologici dovuto a una scelta non libera, non ha potuto avere collocazione idonea, in quanto l’ufficio non è stato messo nelle condizioni di disporre per tempo dei locali per ospitarli, né delle attrezzature idonee e di tutti i fascioli. Di contro il personale della sede centrale, già affaticato dalla cronica carenza di risorse umane e fortemente limitato negli spazi, si è trovato a dover fronteggiare un carico di lavoro prima gestito da altri e soprattutto con una valanga di richieste e proteste su fascicoli mai gestiti prima. Fascicoli che, a tre mesi dall’accorpamento, si trovano ancora a Pontedera, visto che le stanze per collocare dipendenti e fascicoli stessi non sono state ancora liberate. E così pure gli avvocati, non sempre disposti a comprendere l’oggettivo disagio dei dipendenti, mostrano chiari e invero comprensibili segni di insofferenza di fronte al protrarsi di questa situazione».
E IL GENERALE «senso di inadeguatezza sta provocando assenze per malatia, rischio di procedimenti disciplinari, scarsa produttività». E’ stato chiesto pertanto ai sindacati — proclamando lo stato di agitazione — di informare il prefetto in quanto rappresentante del governo affinché accerti come mai al Tribunale di Pisa non si sia ancora completata la procedura di accorpamento né sia andata a regime la riforma della geografia giudiziaria; nonché il sindaco perché dica tempi e modi della disponibilità da parte del Tribunale dei locali attualmente occupati dagli uffici di pg e il Ministero e la Corte d’Appello di Firenze affinché sappiano che l’accorpamento con Pontedera in realtà è avvenuto solo per competenze».
«LE condizioni di lavoro — scrivono — sono andate oltre le peggiori aspettative prima di tutto per il carico di lavoro doppio rispetto a quello già esistente in sede centrale» anche perché, al momento della soppressione, poco più della metà dei dipendenti di Pontedera ha chiesto di essere trasferito ad altra sede (ad. es. a Firenze o ai giudici di pace di Pontedera). Pesano dunque le condizioni di lavoro e i problemi enormi e irrisolti di logistica e dotazioni strumentali: «L’esiguo numero di dipendenti provenienti dall’ufficio soppresso, oltre a cambiare sede di lavoro, con i risvolti psicologici dovuto a una scelta non libera, non ha potuto avere collocazione idonea, in quanto l’ufficio non è stato messo nelle condizioni di disporre per tempo dei locali per ospitarli, né delle attrezzature idonee e di tutti i fascioli. Di contro il personale della sede centrale, già affaticato dalla cronica carenza di risorse umane e fortemente limitato negli spazi, si è trovato a dover fronteggiare un carico di lavoro prima gestito da altri e soprattutto con una valanga di richieste e proteste su fascicoli mai gestiti prima. Fascicoli che, a tre mesi dall’accorpamento, si trovano ancora a Pontedera, visto che le stanze per collocare dipendenti e fascicoli stessi non sono state ancora liberate. E così pure gli avvocati, non sempre disposti a comprendere l’oggettivo disagio dei dipendenti, mostrano chiari e invero comprensibili segni di insofferenza di fronte al protrarsi di questa situazione».
E IL GENERALE «senso di inadeguatezza sta provocando assenze per malatia, rischio di procedimenti disciplinari, scarsa produttività». E’ stato chiesto pertanto ai sindacati — proclamando lo stato di agitazione — di informare il prefetto in quanto rappresentante del governo affinché accerti come mai al Tribunale di Pisa non si sia ancora completata la procedura di accorpamento né sia andata a regime la riforma della geografia giudiziaria; nonché il sindaco perché dica tempi e modi della disponibilità da parte del Tribunale dei locali attualmente occupati dagli uffici di pg e il Ministero e la Corte d’Appello di Firenze affinché sappiano che l’accorpamento con Pontedera in realtà è avvenuto solo per competenze».
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