Intervista al Ministro della Giustizia del paese di OZ
Intervista al Ministro della Giustizia del paese di OZ
Intervistatore: Buongiorno
Ministro ci sono alcuni che pensano che l immobilità sia del personale che
delle riforme sia la base del potere di casta?
Ministro:
Sinceramente per quanto riguarda le riforme non sono di nostra competenza ma bensì
del Legislatore , che a mio umile avviso sta procedendo nella giusta direzione,
per la mobilità del personale non è
colpa nostra.
Intervistatore: Cosa
vuol dire non è colpa vostra?
Ministro: Be’ noi
facciamo il possibile ma i lavoratori con i vari 700 cpc bloccano nuove
assunzioni tramite mobilità, i sindacati ci propongono ognuno di essi proposte
differenti fra loro e contrastanti che possiamo fare?
Intervistatore:
quindi la mancanza di mobilità , l’accusa fatta da molti che il vs sia un
sistema feudale in cui tutto rimanga uguale e niente cambi sia da attribuire ai
lavoratori divisi e accecati dall’odio.
Ministro: Non lo
so però ribadisco che noi facciamo del nostro meglio.
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Fare un 700 cpc non ti cambierà la vita collega farà in
modo di mantenerti nella solita città e bloccare il cambiamento capisco e
comprendo la tua rabbia perché la vivo anch'io, però se vuoi cambiare le cose
Devi indirizzare
le tue lamentele al legislatore, è lui che ha le redini, è lui che può cambiare
qualcosa nel paese di Oz è lui che ha Bisogno dei tuoi voti.
Vuoi continuare a vivere l’incubo soffocante in cui vivi(ma
non sfogare la tua rabbia su i colleghi che vogliono cambiare) oppure ti alzi e
capisci che non sei immortale che la vita è un regalo che ti viene concesso
solo una volta non lo puoi sprecare. Non ti fare dividere per una tessera non
ti fare umiliare
La nostra Missione è una mobilità onesta tutte le volte
che ci sarà una mobilità in entrata prima i posti vacanti devono essere
assegnati legittimamente a chi ha fatto il concorso al Ministero di Giustizia.
Stai lontano da quelli che criticano tutti che ti vomitano addosso le loro frustrazioni unisciti alla lotta stacca la spina della rassegnazione che ti hanno messo addosso.
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