Pensioni e spending review
Abolita l’ipotesi di una no tax area per una soglia di reddito inferiore a 12.000 euro, si continua a parlare di pensioni ed eventuali modifiche da apportare all’attuale sistema ma nulla di buono si prospetta all’orizzonte, soprattutto dopo i tagli annunciati per la spending review che toccheranno proprio i comprati di pubblico impiego, pensioni, auto blu Per attuare qualsiasi misura prevista mancano in realtà le coperture, per cui, ogni speranza, dunque, per chi aspettava una risposta positiva fra esodati, precoci, usuranti, pensionandi di Quota 96, sembra stia svanendo. E nulla dovrebbe cambiare neanche per quanto riguarda la differenza di trattamento contributivo fra uomini e donne, questione contro cui ha puntato il dito la Commissione europea, ritenendo che l’Italia violi una norma che invece accomuna tutti gli altri Paesi e cioè quella di non creare disparità di genere. Ma nonostante il monito dell’Ue, tutto tace anche in questo senso.
Ci sarebbero, invece, ancora in discussione lo stop all'aumento dal 27 al 28% dell'aliquota contributiva per le partite Iva; un’ulteriore stretta sulle pensioni d’oro, per abbassare la soglia che fa scattare il contributo, dagli attuali 150mila euro a 90mila euro; il blocco dell’indicizzazione solo per gli assegni oltre 6 volte il minimo; e possibilità per i militari dell'esercito di congedarsi a 50 anni, cioè 10 anni prima della soglia attualmente prevista per l’uscita dal lavoro, con l'85% dello stipendio e con il diritto alla pensione piena.
Al vaglio anche l’idea di sostituire la cassa integrazione in deroga con la possibilità di ricevere già a 62 anni a pensione anticipata. A proporre il provvedimento il democratico Giorgio Santini, che ha spiegato che “Si tratta di permettere alle persone che hanno perso un lavoro ed esaurito la possibilità di accedere agli ammortizzatori ordinari di potere incassare prima il proprio assegno pensionistico”.
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