Renzi, la giustizia, ma nessuno parla di concorsi

Le bandiere del Pd? “Il vero problema sono le croci sulla scheda”. Berlusconi? “No, qui parliamo di futuro”. La sinistra? “Se non cambia, è di destra”. E poi: una legge elettorale sulla forma di quella dei sindaci per dire “mai più” alle larghe intese, l’abolizione delle Province e delbicameralismo perfetto, mea culpa sul referendum sul Titolo V, una riforma della giustizia (e il caso di Silvio Scaglia è l’esempio dell’urgenza), una riforma della formazione professionale e del codice del lavoro. Matteo Renzi interviene alla Leopolda 2013 rilanciando il programma con cui si presenta alla corsa per la segreteria del Partito Democratico. Nessuno riferimento esplicito – e quindi nessuno scontro frontale – al principale avversario, Gianni Cuperlo, ma al centro resta sempre il pensiero che esce dalla vecchia stazione ferroviaria di Firenze. Il sindaco declina le cose da fare, oltre alle cose non fatte. E non è, precisa l’ex rottamatore, un modo per essere contro il governo Letta. ”Non siamo ingrifati nel dire agli italiani che bisogna tornare a votare. Ma bisogna essere concreti e seri. Per verificare se le cose si fanno non ci vuole la commissione dei saggi – ironizza – Io propongo quella dei bischeri per verificare alcune questioni”.  Finito tra gli applausi il discorso di chiusura della convention, Matteo Renzi si è concesso alla folla che ha riempito la Stazione Leopolda, stringendo mani e salutando i suoi sostenitori, mentre qualcuno nella sala principale sventola anche le vecchie bandiere delle primarie 2012.
tratto dal fatto quotidiano

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